La diffusione delle auto elettriche sta crescendo rapidamente, ma l’infrastruttura di ricarica sulle autostrade italiane non sembra tenere il passo, creando disagi per chi affronta lunghi viaggi.
Esperienza di un proprietario di Volkswagen ID.3
Alberto Dosi, possessore di una Volkswagen ID.3 con batteria da 60 kWh, elogia le qualità del veicolo per l’uso quotidiano, ma evidenzia difficoltà nei viaggi autostradali oltre i 250-300 km. La necessità di soste frequenti per la ricarica rende questi spostamenti più complessi rispetto ai veicoli a combustione interna. Alberto sottolinea che, dato il prezzo del veicolo, si aspetterebbe una maggiore praticità anche per le lunghe percorrenze.
Stato attuale delle infrastrutture di ricarica in autostrada
Secondo un rapporto di Motus-E, al 30 settembre 2024, in Italia erano presenti 60.339 punti di ricarica pubblici, con un incremento di 13.111 unità nei precedenti 12 mesi. Tuttavia, solo 1.057 di questi punti si trovano in autostrada, rappresentando una frazione limitata rispetto al totale. Di questi, l’86% è di tipo veloce in corrente continua e il 64% supera i 150 kW di potenza. Nonostante ciò, solo il 42% delle aree di servizio autostradali è attualmente dotato di infrastrutture per la ricarica.
Sfide e prospettive future
La distribuzione non uniforme delle stazioni di ricarica, con una maggiore concentrazione nel Nord Italia, rappresenta una sfida significativa. Inoltre, il 17,8% dei punti di ricarica è in attesa di connessione alla rete elettrica, evidenziando la necessità di accelerare le procedure autorizzative e di coinvolgere attivamente tutti gli attori coinvolti nel processo.
Per rendere l’auto elettrica una scelta più pratica per tutti, è essenziale un investimento continuo nell’infrastruttura di ricarica, specialmente lungo le principali arterie autostradali. Solo così sarà possibile garantire viaggi a lunga distanza senza preoccupazioni, favorendo una transizione più agevole verso la mobilità sostenibile.
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