La mobilità elettrica è il futuro? In teoria sì. Ma in pratica, in Italia, chi vuole passare a un’auto elettrica si trova davanti a un paradosso: ricaricare costa spesso più che fare il pieno a benzina o diesel. Un controsenso che frena la transizione ecologica e allontana molti cittadini da una scelta sostenibile. Ma perché succede questo?
Il costo della ricarica: un freno alla diffusione delle auto elettriche
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il problema non è tecnologico né culturale. La tecnologia delle auto elettriche è matura e sempre più affidabile, e l’interesse dei cittadini è in costante crescita. Il vero ostacolo è economico: oggi, ricaricare l’auto in molte stazioni pubbliche costa troppo.
Questo scoraggia gli utenti e rende più difficile raggiungere gli obiettivi europei sulla decarbonizzazione del settore trasporti.
Un mercato poco competitivo
A incidere maggiormente sul prezzo della ricarica è la mancanza di vera concorrenza tra i gestori delle infrastrutture. In Italia, la rete pubblica di ricarica è dominata da pochi grandi operatori: Enel X, Eni Plenitude e da poco Ewiva (una joint venture con Volkswagen). Queste aziende hanno investito molto nella creazione di una rete capillare, ma i prezzi sono spesso simili, e per anni non c’è stata una spinta reale ad abbassarli.
Inoltre, alcuni di questi operatori sono legati ancora al settore dei combustibili fossili. Questo solleva interrogativi sul reale interesse a promuovere la mobilità elettrica in modo aggressivo: può davvero chi guadagna dal petrolio investire nella sua alternativa con lo stesso entusiasmo?
Serve più concorrenza (e più auto in circolazione)
La buona notizia è che qualcosa si sta muovendo. Le tariffe di ricarica stanno iniziando a scendere, almeno in parte. Alcuni operatori hanno lanciato promozioni temporanee e piani tariffari più convenienti. Tuttavia, perché la mobilità elettrica decolli davvero, servono due cose fondamentali:
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Più concorrenza tra i gestori: nuovi player, startup e aziende indipendenti devono avere la possibilità concreta di entrare nel mercato con offerte più competitive.
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Più auto elettriche su strada: solo aumentando il numero di veicoli elettrici sarà possibile ammortizzare l’investimento nelle infrastrutture, rendendo i costi più accessibili per tutti.
Cosa possiamo fare nel frattempo?
Come cittadini e come aziende, possiamo scegliere partner che credono davvero nella mobilità sostenibile. Turbox, ad esempio, installa colonnine di ricarica efficienti, compatibili con tutti i modelli di auto elettrica, aiutando i privati e i condomini del Lazio a diventare indipendenti dalla ricarica pubblica. Un modo concreto per ridurre i costi, aumentare la comodità e contribuire attivamente alla transizione ecologica.
Conclusione
La mobilità elettrica non è un sogno, è una realtà. Ma perché funzioni, deve essere anche accessibile, trasparente e sostenuta da un vero mercato concorrenziale. Non possiamo affidarci solo a chi ha interessi nel mondo del fossile: è il momento di dare spazio a nuovi attori e soluzioni concrete.
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