Il recente decreto del governo Meloni ha destato molte polemiche, soprattutto per la redistribuzione dei fondi destinati agli incentivi per le auto elettriche. Si parla di uno “scippo” di 60 milioni dai fondi del 2024 per gli incentivi all’acquisto di auto elettriche e 20 milioni dal bonus colonnine, con una prospettiva ancor più preoccupante per l’anno successivo, con una diminuzione di 250 milioni rispetto agli stanziamenti iniziali.

Ricarica elettrica in autostrada ogni 60 km

Inizialmente, questi finanziamenti dovevano servire a promuovere l’adozione di veicoli a zero emissioni, in linea con gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas serra. Tuttavia, la decisione del ministro per il Sud, Raffaele Fitto, di utilizzare tali fondi per progetti di riduzione del divario territoriale nel sud Italia ha sollevato interrogativi sulle vere priorità del governo.

Si potrebbe considerare questa redistribuzione come un’azione volta al bene comune, mirata a colmare le disparità regionali nel Paese. Tuttavia, molti osservatori sottolineano che tale mossa mette in evidenza le priorità del governo Meloni, che sembra sacrificare la politica a favore della decarbonizzazione dell’economia. Questo avviene in un momento in cui le vendite di auto “green” stanno subendo un calo a causa dei ritardi nei nuovi incentivi annunciati dal ministro delle Imprese Adolfo Urso.

Analizzando i numeri, emerge che una parte dei fondi proviene da stanziamenti precedenti non utilizzati, ma resta comunque il dubbio su una possibile scarsità di risorse da distribuire tra i vari provvedimenti governativi.

L’aspetto politico di questa decisione è evidente, soprattutto considerando le recenti dichiarazioni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, secondo il quale gli incentivi per le auto elettriche favoriscono le case automobilistiche cinesi. Questa prospettiva ha sollevato interrogativi sulla reale motivazione dietro la scelta del governo di ridirigere i fondi destinati alla transizione verso veicoli più ecologici.

 

La questione diventa ancora più complessa se si considera il contrasto tra le dichiarazioni del governo sul palcoscenico internazionale, dove si sostiene la transizione energetica e la lotta al cambiamento climatico, e le azioni interne, dove sembra prevalere un’attenzione verso l’economia del passato piuttosto che verso quella del futuro.

 

In definitiva, la redistribuzione dei fondi destina una parte significativa delle risorse inizialmente pensate per la promozione delle auto elettriche a progetti di sviluppo territoriale, sollevando dubbi sulle vere priorità del governo e sull’effettivo impegno nella transizione verso un’economia più sostenibil

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